L’ arte è nata insieme con l’uomo e nel corso del tempo le due esistenze si sono intersecate vicendevolmente fino ad evolversi.
Dal primo disegno dell’homo sapiens ritrovato circa 73 mila anni fa, passando per le pitture rupestri dell’uomo di Cro-Magnon e a proseguire fino all’età contemporanea, l’arte è stata impiegata per molteplici usi: per allertare qualcuno, per cause religiose, per motivi rituali, e così via.
Fini che potremmo sintetizzare con la necessità di comunicare qualcosa, come ad esempio la gratitudine.
La gratitudine ha fatto sì che Michele Granatiero, pugliese di nascita e siciliano di adozione, amante dell’arte in tutte le sue forme, cogliesse la bellezza atavica di una regione che da sempre è terra di accoglienza di tante culture diverse.
Infatti, tutti i dominatori che si sono susseguiti al potere sono rimasti stregati dall’ingente patrimonio ambientale che offrono queste terre rigogliose: Greci o Romani, Arabi o Normanni, Angioini o Catalani… persino Goethe, quando con spirito classicista si immerse in questa realtà, fu pervaso da un senso di completezza ben lontano dallo stile delle lande tedesche, ma molto più simile allo sfondo cromatico delle bucoliche teocritee.
L’ acquerello di Michele Granatiero non è mimesi meccanica della realtà (per quello basta un freddo smartphone), ma una tecnica che conferisce una perfetta sintesi degli elementi osservati con sentimento, grazie ai pigmenti che restituiscono purezza ai contorni ed all’alternanza delle tinte con le quali riviviamo l’unità armonica del cielo coi mari che battezzano queste coste.
La passione che si evince dalle opere dell’artista è l’ennesimo attestato di stima di cui godono queste terre; considerando che l’artista è nativo di una regione ben nota ai romani per la sua bellezza e per le sue terre fertili, possiamo facilmente comprendere come le analogie formali tra la Puglia e la Sicilia tentino chiunque dai Bizantini a noi.
Il prossimo 16 agosto apre al pubblico la mostra Mare e terra: acquerelli in libertà, visitabile tutte le sere dalle 18.30 alle 22.00 fino al 23 agosto presso la Torre del Marchese di Finale.